Una ragazza e il suo fidanzato rimangono vittime di un incidente stradale: il ragazzo si ferisce in maniera non grave, invece Rosie (Marilyn Chambers), presenta numerose ustioni. Questa viene subito condotta presso la vicina clinica del Dr. Keloid, il quale coglie l’occasione al volo per poter sperimentare una rivoluzionaria tecnica di trapianto di pelle, da lui messa a punto. L’operazione va a buon fine: ad un mese dall’intervento Rosie appare in perfetta forma fisica. In realtà il trapianto di pelle ha infettato il suo sangue con un virus ignoto che le ha provocato la nascita di un pungiglione retrattile al di sotto della sua ascella sinistra. Grazie ad esso Rosie succhierà il sangue di coloro che le capiteranno davanti, infettando l’intera Montreal. L’epidemia si estenderà a tutti i continenti.
La seconda opera di D. Cronenberg regolarmente distribuita a livello internazionale si configura come un film fantascientifico a basse dosi di horror, capace di accogliere in sé miti cinematografici giovani e consolidati, dagli zombi ai vampiri, fino al mito del “Prometeo moderno”. Il tutto narrato quasi meccanicamente secondo una struttura da b-movie, influenzata però da un imperfetto taglio melodrammatico che nei film successivi troverà miglior composizione. La Scienza del film, all’epoca rivoluzionaria, è quanto mai attuale. La Chambers, ex attrice hard canadese, fu imposta dal produttore Ivan Reitman al regista per fini puramente commerciali.
CRITICA: **1/2