Uno skater sedicenne di Portland – con famiglia disastrata alle spalle
– si reca, spinto dal proprio migliore amico, al “Paranoid Park”, malfamato
luogo di ritrovo dei suoi ‘compagni di hobby’. Qui finisce col dar retta ad un
losco giovane che, per ravvivare la serata all’insegna dell’adrenalina, gli
propone di saltare sul vagone di un treno merci in corsa. La tragedia è in
agguato.
Gus Van Sant (Elephant; Will Hunting – Genio ribelle), basandosi sul romanzo omonimo di
Blake Nelson, sforna un altro film sulla gioventù bruciata, tutt’altro che
“bella e dannata”: il protagonista è un ragazzino drammaticamente ‘senz’anima’,
privo di un qualsiasi vero interesse. La regia cattura in maniera creativa il
disagio del protagonista, optando per inquadrature insolite ma logiche: i
genitori – nei pochi momenti in cui sono in scena – sono sempre ripresi di
spalle, oppure fuori fuoco o addirittura fuori campo. Inoltre, la narrazione è
coerentemente frantumata in passaggi ridondanti che preannunciano il disastro.
Appaiono invece un po’ gratuite le sgranate riprese in super8 degli skater in azione: una messa in scena della loro
“insostenibile leggerezza dell’essere”? Comunque, in questa grigissima storia
sull’horror vacui adolescenziale, a
lasciare il segno è la durissima e fulminea sequenza – davvero degna di un film
horror – dell’incidente ferroviario,
giustamente raccapricciante.
CRITICA: «««
VISIONE CONSIGLIATA: A
