Napoli. Cinque storie col minimo
comune denominatore dell’illegalità nelle orride e degradate “vele” (enormi e
labirintici complessi residenziali) nel quartiere suburbano di Scampia e nei
suoi dintorni.
Dal lettissimo libro-inchiesta Gomorra - Viaggio nell'impero economico e
nel sogno di dominio della camorra del non ancora trentenne Roberto Saviano,
un film crudo e senza fronzoli sullo spietato funzionamento del “Sistema
Camorra”, la cui efficienza è talmente elevata da averne esteso le propaggini
ampiamente al di là dei suoi confini geografici d’origine. Girato in loco e con molti attori non
professionisti, spesso parlato in dialetto stretto e per questo distribuito coi
sottotitoli in italiano, il film del romano Matteo Garrone obbliga lo spettatore
a compiere una dolorosa full immersion,
rischiando talvolta di mettere a rischio la totale comprensione dell’affresco
(specialmente per chi non ha mai letto il libro). Magari una sola visione può
non bastare per cogliere tutti i dettagli e i ‘collegamenti’ esistenti. Incipit memorabile, fotografia da
reportage di guerra (ma in cinemascope),
colonna sonora ridotta all’osso (fanno capolino solo alcuni molesti brani dei “neomelodici”
oppure musiche house). Gran Premio
della Giuria al Festival di Cannes 2008. Per Roman Polanski è un segno della
rinascita del cinema italiano “che ricorda il neorealismo”.
CRITICA: ***1/2